Spinsanti S. Sulla terra in punta di piedi. La dimensione spirituale della cura. Il Pensiero Scientifico Editore Roma 2021. Pp. 305. € 24,00.
Recensione di Marco Bobbio
Dagli anni ’80, con la conduzione delle prime ricerche cliniche condotte con rigore scientifico e trasparenza (i trial randomizzati e controllati – RCT), agli anni ’90 con la diffusione del concetto di medicina basata sulle prove scientifiche (evidence based medicine – EBM), ai decenni successivi con l’affermarsi e il consolidarsi della religione delle linee-guida, che indicano quali trattamenti scegliere tra quelli di dimostrata efficacia, la medicina ha affrontato una serie di straordinari salti concettuali che hanno imposto l’oggettività dei risultati delle ricerche cliniche come unica entità suprema a cui uniformare il modus operandi dei medici del pianeta, e nel contempo facendo perdere il senso globale della cura, come se il farmaco giusto, nella dose giusta, al paziente giusto fosse l’unico strumento per affrontare una malattia. A contrastare questa logica assoluta, omologante, imperativa e spesso disumana si sono levate molte voci che hanno cercato di riportare la medicina a una dimensione che tenga conto dell’ammalato e non solo della malattia e restituisca dignità al rapporto medico/paziente. Per dar voce a queste riflessioni nel 2011 è nata Slow Medicine che per l’appunto propone una medicina sobria, rispettosa e giusta. L’ultimo libro di Sandro Spinsanti si colloca in questo contesto, ricuperando in senso profondo della spiritualità abbandonato sull’altare della scientificità. Negli ultimi decenni lo scenario della medicina è cambiato profondamente dal momento che solo il 20% delle malattie ha carattere acuto e può guarire con la restitutio ad integrum; le cure per affrontare le malattie croniche possono invece garantire soltanto una “guarigione sufficiente”. Come dice l’autore, “spiritualità può essere, a buon diritto, un altro nome per la cura, quando questa non si lascia ridurre a una semplice riparazione”. Dopo aver affrontato il significato di spiritualità, sgombrandolo dagli equivoci creati dai vari moralismi, Spinanti passa a riflettere sulle condizioni che interferiscono con la spiritualità come la religione, la psicologia, l’arte, l’ecologia, il nutrimento e l’incontro con gli animali. Nella terza parte viene affrontato l’incontro della spiritualità con la malattia, con la cura, con la sofferenza, con il fine vita. Un libro profondo, colto, ricco di spunti, di riferimenti alla vita quotidiana di esseri umani in buona salute o che sono passati in un territorio nel quale hanno bisogno di cura. “Non è il territorio nel quale abitiamo da sani. Per noi è un paese straniero”. Per inoltrarsi e sopravvivere in questo territorio sconosciuto non bastano le medicine.
Riportiamo anche l’intervista a Sandro Spinsanti su questo libro, pubblicata qualche giorno sulla rivista L’infermiere e segnalata da Paola Arcadi
La “dimensione spirituale” della cura – Fnopi L’infermiere (infermiereonline.org)